E alla fine arrivò la deroga. In fondo annunciata da tanti “non lo faremo mai” inseriti qua e là in dichiarazioni varie da tanti esponenti del M5S senza che ce ne fosse il bisogno, l’apertura ai mandati oltre il secondo è giunta, puntuale.
Puntuale perché serve per aprire una breccia senza sfondare il muro delle Regole- oramai evidentemente tutt’altro che solido – che proteggeva il Movimento da pratiche non virtuose.
In pratica, servirà a dimostrare che si, della regola del secondo mandato si può – anzi si deve – fare a meno.
Il Movimento 5 Stelle è già compromesso da cricche e cricchette fatte di parenti e amici che nulla hanno a che fare con onestà, buon governo, iniziativa, capacità.
E’ sempre più evidente: le percentuali bulgare con cui Luigi Di Maio si è visto riconfermare la fiducia sono solo servite per mettere la freccia e sorpassare a tutta velocità una questione che non avrebbe mai – MAI – dovuto essere messa in discussione, nemmeno per scherzo.
Perché è – o, meglio, era – la garanzia di ricambio, l’unico modo per evitare la politica di professione, la permanenza nelle “stanze del potere”, i compromessi e/o i corteggiamenti, etc.
Viene da chiedersi il perché di tale porcheria, di tale tradimento. E l’unica spiegazione che riesco a darmi è che l’aria da Basso Impero che si respira intorno al Governo dopo le Europee sia la spia di un voto prima del previsto.
Che peccato.