Ho appena letto la lettera di Berdini al direttore de “Il Fatto Quotidiano”. Non mi tornano un paio di cose su questo assessore che pare tanto bravo ma anche no.
Manca, anzitutto, l’ammissione di “aver sbagliato” e conseguentemente di dovere delle scuse – specie al termine della lettera – al Sindaco e alla Giunta capitolina.
Ma la cosa che non torna davvero è il fatto che l’assessore punti il dito contro “la macchina del fango”, dimenticando di aver raccomandato al giornalista (che conosceva come tale) di “scatenare l’Inferno” contro il sindaco ma di mantene l’anonimato.
Berdini attacca per difendersi, ma la mossa è sbilenca. Vorrebbe trasformare la sua vigliaccata nella carognata di qualcun altro, cioè del giornalista e dei giornali che pubblicano la notizia. Su quello che si è messo in moto – e sull’accanimento – si potrebbe anche discutere. Ma tutto va in secondo piano rispetto al fatto principale: le sue dichiarazioni e il suo intento, cialtrone e sleale, di danneggiare e indebolire il Sindaco e la Giunta, oltre al Movimento 5 Stelle.
Berdini chieda scusa, ammetta di aver pugnalato alle spalle il Sindaco e, poi, si faccia da parte presentando dimissioni irrevocabili.
p.s. E se questo stadio – che non è una priorità come qualche scorreggione vorrebbe far intendere- crea tutti ‘sti problemi, si faccia al di fuori del G.R.A.