Se ne va così, da perdente, sconfitto, umiliato da un nemico, Renzie, che gli ha imposto le dimissioni: di tutte le brutte figure che ha fatto (considerate le gaffe e le balle che ha cacciato, dal Panda-gate all’imbucata papale, non era facile) quella di oggi, per Ignaro Sottomarino, è la peggiore. Perché le dimissioni hanno il significato della completa assunzione di colpa per tutto ciò che da 27 mesi (non) è stato fatto, o è stato fatto male. L’indiscrezione che il sindaco stava resistendo alla soluzione finale dettata da Palazzo Kijigi – agli assessori in primis e ai consiglieri della maggioranza in secundis – lasciava intendere che si sarebbe fatto sfiduciare per addossare la responsabilità politica di questa fallimentare amministrazione al PD-L. Annunciando le sue dimisioni, invece, non solo Ignaro si accolla inplicitamente tutte le responsabilità – fornendo al PD-L l’alibi perfetto per smarcarsi da una situazione più che imbarazzante -, ammette di aver governato male e di dover sgommare in fretta per evidente incapacità. Azzerando, in tal modo, anche le cose buone che ha fatto. Una ritirata ignominiosa, una resa a mani basse che fa malissimo perché dettata senza condizioni da un capo – Renzie – che a differenza dell’allegro chirurgo non è stato eletto. Resta il mistero del perché “sto sindaco più bugiardo de Pinocchio” abbia accettato di uscire così male di scena, considerando quant’è orgoglioso: un eventuale colpo di coda, ossia il rientro delle sue dimissioni, certamente non gli restituirebbe la profonda amarezza di questa sconfitta, né la faccia. Che Qualcuno gli abbia promesso qualcosa – cioé: incarichi – in cambio per cedere? O ha già in tasca un contratto in Australia o a Philadelphia? Ah, saperlo…