Buon Natale (e felice Giunta “nuova”)

La nuova Giunta, varata dal Ignazio Marino, è appena nata e già è da buttare: il sindaco, se non altro, ha fatto bene a presentarla a pochi giorni dal Natale: impegnando le ganasce in pranzi, cenoni, abbuffate e digestioni, romani e politici non avranno tempo per mantenere “il fiato sul collo” ai nuovi paladini del Campidoglio. Che poi sono nuovi per modo di dire: solo tre sono realmente delle novità, gli altri cambiano le deleghe in un carosello avvilente per la politica, oltre che per la città. I nuovi assessori sono Francesca Danese, Alfonso Sabella e Maurizio Pucci. Di questi tre solo uno farà quel che ha sempre fatto, Sabella, sperando che lo faccia bene: e cioè vigilare sugli intrallazzi. Gli altri due destano un certo sconcerto.

Eccheteli tié!
Eccheteli tié!

La prima, Francesca Danese, è una educatrice ed epidemiologa che da ieri si occupa giustamente di servizi sociali e incredibilmente di politiche abitative: si, proprio dell’assessorato, sconvolto dal recente scandalo mafioso per cui il titolare si è dimesso, e che forse aveva bisogno di una figura diversa. Uno come Sabella, ad esempio, che dopo una bella indagine sullo stato delle assegnazioni, degli occupanti che non ne avrebbero diritto, e della compravendita abituale che si fa delle case popolari, forse potrebbe mettere a posto qualcosa. Il dubbio, però, non ha assalito Marino che crede nelle sue scelte, e ci mancherebbe. Come quella di nominare Maurizio Pucci, un ex dirigente di AMA, l’azienda al vertice delle classifiche mondiali di efficienza e performance manageriali, assessore ai lavori pubblici. Ex capo della Protezione Civile di Roma, altro fiore all’occhiello della città, soprattutto per i “managers”, Pucci e’ stato anche tirato in ballo da Salvatore Buzzi, uno dei mammasantissima dell’inchiesta su Mafia Capitale, ma il neo assessore nega qualsiasi coinvolgimento e sporgera’ querela. Ma forse, ai lavori pubblici, ci voleva una figura diversa: uno come Sabella, ad esempio, uno che dopo un’accurata indagine sui lavori fatti male, o non fatti, ma strapagati, poteva fare un po’ d’ordine. Accontentiamoci.
Ma ovviamente fioccano le polemiche. Gianluca Peciola, il passionario di SEL, ieri parlava – sbuffando – di “occasione persa”. Niente paura, sopporterà anche questa. Matteo Orfini, il commissario inviato da Matteo Renzi per mettere in riga il PD romano, ha parlato di scelte ottime: ci ha messo sette ore prima di sbilanciarsi così, ma alla fine ha comunque benedetto la “rivoluzione” mariniana. Gli altri consiglieri del PD non hanno le mani spellate per gli applausi, segno evidente di come le novita’ abbiano innalzato poco i cuori del partito. I cui vertici romani, oltre ai rappresentanti in Consiglio Comunale, mostrano ogni giorno di più quell’atteggiamento da resa dei conti in arrivo, stile House of Cards, la popolarissima serie americana sugli intrighi politici americani. Peccato che non abbiano il minimo dello spessore – e potere – di Kevin Spacey e compagnia: e infatti, nonostante tutto, Marino resiste e ride. Come ieri, in piazza del Campidoglio, insieme a Nieri, Cattoi, Leonori e Masini: tutta gente a cui è stato fatto chiaramente presente che non sono stati dei buoni assessori, altrimenti non gli avrebbero tolto le deleghe precedenti, ma che hanno ricevuto comunque un incarico nella nuova Giunta. Del resto si sa, a Natale sono tutti più buoni, e il sindaco della città più generosa del mondo non fa eccezione.

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