Costi di attivazione, difficolta’ di rescissione o disattivazione, contratti illeggibili, totale assenza di reciprocita’. Non ci vuole tanto a capire che sto parlando delle aberranti condizioni imposte dalle varie compagnie di servizi legati alle comunicazioni e di come lo staterello italiano sia complice di uno stato delle cose assurdo ma sul quale, evidentemente, non si vuole intervenire per preservare gli operatori da guadagni facili, onesti solo sulla carta. Alzi la mano chi non ha mai avuto un problema o, meglio ancora, chi non si e’ sentito fregato, turlupinato, preso in giro da parte di una di queste compagnie. Alzi la mano chi crede che la legge Bersani da una parte e l’istituzione dell’AGCOM dall’altra abbia sortito realmente effetti positivi sul mercato e sulla trasparenza, oltre che sui diritti dei consumatori. Sulla Bersani basterebbe citrare l’articolo 1 comma 3: “I contratti per adesione stipulati con operatori di telefonia e di reti televisive e di comunicazione elettronica, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, devono prevedere la facoltà del contraente di recedere dal contratto o di trasferire le utenze presso altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati e senza spese non giustificate da costi dell’operatore e non possono imporre un obbligo di preavviso superiore a trenta giorni.” Non serve uno scienziato per capire che quel “non giustificati” costituisca la favorevole via d’uscita per imporre ai consumatori costi assurdi. La legge non e’ vaga e non e’ fatta male: e’ fatta benissimo. Il problema e’ che tutela in realta’ soltanto le compagnie, e non i consumatori, ai quali solo apparentemente sembra rivolgersi favorevolmente. Per far valere i propri diritti, al solito, si deve ingaggiare un avvocato, spedire raccomandate etc etc, tutte cose che costringono la stragrande maggioranza degli utenti a lasciar perdere e pagare. La faccenda e’ aggravata dal fatto che da qualche anno ormai c’e’ un tale che ha, tra gli altri, “il compito di assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e di tutelare il pluralismo e le libertà fondamentali dei cittadini nel settore delle telecomunicazioni, dell’editoria, dei mezzi di comunicazione di massa e delle poste” ma non lo fa.
Figurine
Questo tale non si pone un po’ troppe, evidenti, domande. La prima delle quali e’: nel rapporto tra compagnie e clienti, c’e’ reciprocita’? La risposta e’ evidentemente no. Basterebbe rendere come esempio il fatto di come avviene la stipula di un contratto o servizio, compreso il pagamento, e la disattivazione/rescissione dello stesso, e la restituzione dei soldi versati senza averne usufruito. Un servizio viene normalmente attivato in un lasso di tempo che va dai 5 ai 10 minuti, sia che si vada in un centro fisico (in un negozio, tanto per intenderci) sia in uno virtuale (internet). Pagamenti compresi. Se si vuole modificare o attivare opzioni sul servizio, oltre al negozio e alla rete, e’ possibile farlo anche tramite telefono.
Provare per credere. Il percorso inverso non e’ possibile.
Perche’? E, soprattutto, perche’ il tale che dovrebbe chiederselo non lo fa?
In caso di recessione/disattivazione del contratto il punto vendita non puo’ fare nulla, cosi’ come il sito o l’operatore telefonico. Bisogna passare per le Poste, ossia mandare una raccomandata a/r e aspettare fino a 30 giorni, limite di tempo di evasione della pratica. Che ha dei costi piuttosto elevati, considerando che ormai si gestisce tutto da terminale e che ci vogliono, nella migliore delle ipotesi, 5 minuti per modificarla o chiuderla. Eppure gli operatori della compagnia, secondo la stessa, sarebbero oberati di un carico di lavoro tale per cui e’ giustificato un costo, che puo’ andare dai 5 a decine di euro a seconda del contratto che si e’ stipulato. Per farla autonomamente, come accade se vogliamo ricaricare il credito telefonico o attivare altri servizi, servirebbe probabilmente molto meno. Allo stesso modo, se si acquista qualcosa in un punto fisico, nello stesso punto fisico si dovrebbero ricevere indietro i soldi di un servizio di cui non si e’ usufruito. Ancora, se io pago con un account paypal, i soldi versati possono a loro volta essere riversati con un click. Questa facilita’ di essere in grado di operare (acquistare, cambiare e recedere) e’ chiaramente osteggiata attraverso iter lenti e dispendiosi in termini di tempo (file, stampe di moduli, distanze da coprire se si vive in piccoli centri), soldi (le raccomandate, cosi’ come le stampe, costano) quando, invece, dovrebbe essere obbligatoria. Grazie a questi giochetti dissuasivi le compagnie incassano un sacco di soldi a fronte di spese in realta’ irrisorie, grazie alla legge Bersani che le permette se “giustificate”. Un guadagno ingiusto che un tale, chiamato “garante”, non dovrebbe tollerare.