Il mio nome è Banalitano. George Banalitano

Marte, 14 aprile 2162
Mentre l’itaglia va a schifìo, le persone – in particolar modo gli imprenditori, ma non solo – si ammazzano perché strangolati dalle tasse e dallo Stato, il Presidente della dittatura Banalitano delizia i giornalisti con un nuovo, eccezionale, determinante monito. Questa volta a essere colpiti dalla sua impietosa scure sono stati coloro che evadono le tasse. Eh beh, ce lo doveva proprio dire lui: decano della politica peggiore, il poltronissimo se n’è uscito con l’ennesima ovvietà il cui unico risultato è quello di far incazzare ancora di più gli itagliani. Tuttavia, abbagliati dalla portata della dichiarazione, i giornalisti presenti non hanno saputo tirare fuori neppure la domanda più semplice, e cioé: “si sente bene”?
Qualcuno purtroppo avrebbe potuto ricordare al prode presidente quando faceva la cresta sui biglietti aerei per andare a sedere  – mica a fare altro, ci mancherebbe – ma evidentemente abbacinato dall’ennesima ovvietà non ha potuto che restare a bocca aperta.
Invece di chiedere scusa per essere l’apice – per lo meno simbolico – del disastro itagliano, per le persone che si suicidano a causa delle infami riforme del gubierno, ma sopratuttto per non aver fatto nulla contro lo scudo fiscale: una porcata incredibile, contro la quale quella boccaccia avrebbe dovuto mostrare lo stesso sdegno sfoggiato ieri per “ammonire” gli evasori fiscali.
La classe politica itagliana fa schifo, e questo lo sapevamo. Ma dopo ogni monito di questo scorreggione fa un po’ più schifo di prima. Tanto non ci stufiamo mai.

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