La farsa dell’art. 18

Il problema è l’articolo 18. Infiltrazioni mafiose, corruzione dilagante, impossibilità di accesso al credito bancario, burocrazia disarmante e poiltica inetta. Ma il problema della mala e disoccupazione in Itaglia è l’articolo 18.

Tutto considerato, non è poi così incredibile: il governo non eletto in carica – che i media e, purtroppo, buona parte dell’opinione pubblica continuano ad accettare colpevolmente – già si è permesso di aumentare l’età pensionabile e le tasse senza praticare quei tagli agli sprechi e ai privilegi cui, invece, avrebbe dovuto esclusivamente dedicarsi.

Però nell’Itaglia col tasso di disoccupazione alle stelle, la miseria che avanza, la giustizia su misura e gli sprechi evidenti, bisogna assolutamente disfarsi dell’articolo 18.

Il dramma è vedere come i Sindagati si prestino al giochetto delle parti.

Con un governo imposto come quello attuale, i sindagati non avrebbero dovuto avere nulla a che fare: la trattativa ne ha invece di fatto legittimato l’azione.

C’è stata trattativa per la riforma delle pensioni? No. Si è fatta e basta. Il che significa che il governo fa come vuole, tanto ha l’avallo dei nostri imbarazzanti parlamentari.

Perché preoccuparsi tanto per questa norma? Per far finta che tutto è ok, che in Italia le cose sono condivise, che ci sono i margini per qualcosa, che non ci rimettono sempre i più deboli, che si tratta di un sacrificio e non dell’ennesimo furto. Non c’è nient’altro, e invece pare che ci sia chissà quale trattativa, tensione, etc etc

Balle.

Siamo stati trasformati in sudditi e continuiamo a far finta di niente: del resto gli itagliani aspettano sempre gli altri per fare le rivoluzioni.

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