Una Distopia

Riduzione del 20% dei Parlamerdari.

Il Paese va in malora, la disoccupazione aumenta, i diritti dei lavoratori messi indiscussione per i fallimenti di chi ha comandato e governato, la politica ladrona e inetta.
Dopo tutto ciò, la classe politica più imbarazzante della Storia osa addirittura formulare una proposta di legge, peraltro costituzionale.
Per fare cosa? Ridurre del 20% il numero dei Parlamentari.

Detta così, nel pietoso momento che viviamo, una riduzione del numero di depuladri e sonatori pare una soluzione efficace: meno zozzoni uguale meno spreco.
In realtà è il solito specchietto per le allodole cui evidentemente l’itagliano abbocca sempre.
Altrimenti non avrebberop avuto l’ardire di proporre questa ennesima porcata.

Leggendo qua e là per il web, la notizia è commentata ferocemente nel senso che non speravo. E cioè che il taglio proposto (20%) è di lieve entità: servirebbe una bella sforbiciata del 50% per eliminare il problema dei politici ladroni.

I membri della Costituente non erano degli idioti come gli attuali parlamerdari vorrebbero farci intendere: il numero dei rappresentanti in parlamerdo è alto, non c’è dubbio, ma serve a garantire la rappresentanza del maggior numero possibile di cittadini. E ad evitare pericolose derive.

Oggi, più o meno, un parlamentare rappresenta 100.000 abitanti. Credo sia un margine sufficiente e dignitoso per un paese democratico. Minore rappresentanza, del resto, significa avere ancora meno controllo su chi scegliamo (per quanto effettivamente ciò non avvenga già) e un aumento del potere personale del depuladro o sonatore.

Il problema non è il numero di chi ci rappresenta, ma la spesa che rappresentano.
Non deve cambiare il numero dei parlamerdari: devono cambiare il loro stipendio e i loro privilegi.

Ogni depuladro non dovrebbe percepire più di 3500 euro al mese (e su questa cifra verrebbero calcolati i contributi da versare per la pensione) ai quali ne andrebbero aggiunti 2500 per le spese (come l’affitto, telefonino, spostamenti etc) tutte rendicontate. 6000 euro, non uno di più.

Questa è una riforma.

Il resto sono balle: abbassare la rappresentanza significa fare l’ennesimo passo verso una rappresentanza sempre più mortificata, con politici sempre più potenti e incontrollabili.

Considerando il male che questa classe politica ha fatto all’Itaglia e agli itagliani non vedo come sia possibile pensare che la proposta di legge di cui stiamo parlando sia cosa buona e coscienziosa: è solo un modo, l’ennesimo, per perpertuarsi, per rendere impossibile l’accesso a nuove formazioni politiche (per esempio quella di Grillho, se nel frattempo non implode) ed eliminare le più deboli.

Questa proposta di legge è l’ennesimo insulto che questi inetti cialtroni vomitano in faccia agli itagliani;
l’ennesima riprova che non si vergognano di aver reso l’itaglia uno degli esempi più concreti di distopia.

1 commento su “Una Distopia”

  1. Quando ti leggo, ormai piacevolissima consuetudine, non so se ridere o piangere. Rido per la sagacia e l’ironia con cui descrivi le cose e per la scelta degli appellativi che usi per qualificare i nostri pessimi politicanti. Piango perchè riesci sempre a centrare l’ultima malefatta di questi orribili esseri. Credo che dovresti ripensare al nome del tuo blog! Non si tratta più di cantare le gesta dei nostri eroi nelle Cronache Marziane, ma assistiamo a cose terrificanti che devono provenire da un universo parallelo estraneo alla nostra galassia e che per un qualche motivo alieno sono piombate in Italia!
    Anzi, in Itaglia! 😉

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