Un festival mesto. A caro prezzo, però

Più e meglio dell’affondamento del Concorpia, la tristezza infinita che il festival di Sanmero ha raggiunto nel corso degli ultimi 5 anni è realmente lo specchio di un Paese capace di essere orrendo, brutto brutto, soprattutto quando dimostra di essere così immobile, agonizzante. Quest’anno, poi, la rassegna si preannuncia veramente mestissima.

Già Gianni Morendi alla conduzione era roba da stomaci forti: sopportare Adrihano Ciarlatano e le sue ovvietà rendono il boccone sanmerese realmente pesante, indigesto, costipante.

Possibile che non ci siano volti nuovi da lanciare? Oppure da mettere alla prova? L’Itaglia è piena di intrattenitori bravissimi che meriterebbero una chance, una vetrina dove esplodere. Possibile che non c’è alternativa ai vari Ciarlatano, Carlo “che tristezza” Tonti, etc etc?
Evidentemente si ma altrettanto evidentemente gli spettatori paganti della rassegna canora più importante e cara d’Italia si devono accontentare di quel che passa quella madre snaturata della MAI TV. Il problema è grave innanzitutto per questa continua riproposizione, all’infinito, di presentatori, mattatori, cantanti che non hanno alcun riscontro di pubblico quando mettono il naso fuori dalla MAI TV. Che però li mette sempre in prima fila, impedendo a tanti bravi presentatori e intrattenitori di emergere.

Adrihano Ciarlatano come mattatore sarebbe insopportabile per un pubblico realmente consapevole, inaccettabile per uno spettatore sveglio: eppure sarà lui, col suo bagaglio di ovvietà e silenzi pagati a peso d’oro, ad occupare il piccolo (e miserabile) schermo della tv pubblica italiana. Il pubblico, del resto, è ben narcotizzato, si accontenta di un ciar-pane quotidiano davvero orrendo.

Il problema vero non è neppure il cachet: se Peracottando sotto le Stelle ha potuto pagare centinaia di migliaia di (n)euro personaggi miseri e finiti sotto tutti i punti di vista come Pieri, non vedo come uno un po’ meno finito come Ciarlatano possa pretendere di meno.

E poi, mentre la gran parte del Paese soffre, paga ingiustamente colpe che non ha commesso, vede ulteriormente ridursi la capacità d’acquisto, la televisione di stato si permette di elargire ancora una volta cachet pazzeschi e realmente fuori mercato.

Le cifre spese dalla MAI TV sono soltanto l’ennesima dimostrazione della nostra debolezza: di fronte ad uno sperpero di denaro pubblico così chiaro e infame, non solo per Sanmesto, ci dovrebbe essere una sommossa, l’occupazione degli studi televisivi e del teatro in cui si svolge la rassegna. Perché il cachet di Ciarlatano è la punta dell’iceberg, l’esborso più evidente: ma ci sono altri milioni di (n)euro spesi dal festival per una corte di inetti e cialtroni che deve campare per forza bene a spese nostre.

Ma il governo non dice nulla al riguardo? Morti sta facendo il culo a strisce a migliaia di persone e permette ad un ente statale di buttare via così il denaro pubblico? E il presidente Banalitano?

Qualcuno ha già lanciato l’idea di boicottare il festival non guardandolo. Ne lancio un’altra: guardiamolo e non compriamo nulla di ciò che viene pubblicizzato.

Magari una volta tanto il sederino non farà male soltanto a noi.

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