Il Caldarrostaro e Padre Morti da Pietrelcina

Gli argomenti, vogliamo chiamarle denunce, o attacchi, di Nigel Farage (nella foto a sinistra mentre imita Lino Banfi), l’eurodeputato che in un video (qua) ha duramente attaccato i vertici di Commissione e Consiglio europei, hanno suscitato – e continuano a suscitare – un grande clamore. Nel video Farage, in perfetto stile british, denuncia il fallimento dell’Euro, la “Germanizzazione” dell’Europa e, infine, il ruolo svolto dai suddetti vertici europei nell’aver imposto a Grecia e Italia due nuovi governi fantoccio. Il web si è diviso tra coloro che hanno fortemente apprezzato l’intervento di Farage (un “Grande”, uno “coi cojoni!!”) e quelli che, invece, lo hanno bollato come ridicolo, fascista, leghista, omofobo, un – come ho letto su un forum – “cardarostaro” (il venditore di caldarroste in romanesco, usato in senso dispregiativo significa venditore di tutto e di più), etc.

Perché Farage è, oltre che presidente del Gruppo “Europa della Libertà e della Democrazia”, anche il leader dell’UKIP (Partito per l’Indipendenza del Regno Unito): insomma, un ultraconservatore euroscettico.

Il dramma è che molte considerazioni di Farage, nel video in questione, sono condivisibili. Si, certo, c’è uno strato – manco troppo sottile – di populismo frammisto a nazionalismo ma, proprio per questo motivo, forse gli si dovrebbe prestare maggiore attenzione. Perché?

Perché le forze cosiddette democratiche quelle, cioé, che dovrebbero rappresentare la stragrande maggioranza delle persone, stanno colpevolmente lasciando dubbi, argomenti e denunce nelle mani delle forze più estreme. Anzi, lo dico apertamente: dell’estrema destra. Che sta prendendo al balzo l’occasione facendo propri temi che, invece, dovrebbero essere ampiamente cavalcati, interpretati, per lo meno discussi dai partiti più rappresentativi.

Mentre da noi 9 giornali su 10 si preoccupavano di vergare pagine e pagine sulla fine della dittatura berlusconiana, questo Farage parlava di “germanizzazione” dell’Europa, del disastro dell’Euro, delle ingerenze nella formazione dei governi che si erano recentemente costituiti in Italia e Grecia indicando chiaramente dei responsabili là, di fronte a lui (Van Rompuy e Barroso), vomitando un disprezzo che molti (spendete qualche minuto a leggere chi è questo Farage, cosa dice e quanto è popolare sul web!) condividono.

Allo stesso modo e tempo mentre i giornali, in special modo i più autorevoli, si lasciavano andare a lodi sperticate nei confronti del neo presidente del Consiglio (un salvatore della patria che in un Paese normale avrebbe per lo meno suscitato profonde spaccature nei media), Farage lo indicava fra i responsabili del disastro finanziario in cui ci troviamo. Magari si sbaglia; magari ha ragione; magari la verità sta nel mezzo ma, da queste parti, la fiducia nei confronti di Mario Monti da Pietrelcina è incondizionata, tanto l’unico problema che avevamo era Berlusconi (che credo stia gongolando e credendo, a ragione, di poter riprendere quota insieme a tutto il PDL).

Così come le parole di Van Rompuy che, anziché essergli fermamente ricacciate in bocca, sono state valutate da giornali e vertici politici come verbo indiscutibile. Come si è permesso di dire all’Italia che era “il tempo delle riforme, non delle elezioni”? E’ normale che soltanto Farage abbia constestato queste parole? E’ normale che, per quanto non richiesto, Nigel Farage si erga a paladino dell’Italia? Non è normale, è mi chiedo dov’erano i belli addormentati italiani nel Parlamento Europeo. Napolitano? Eccezionale nel suo immenso nulla fatto di moniti “rivieraschi”.

Io ho un po’ paura, per la verità. Bisognerebbe avvertire un certo timore. Perché se ancora non ce ne siamo accorti stiamo lasciando che argomenti condivisibili divengano i baluardi delle forze estreme, in special modo quelle extraparlamentari. Che troveranno un consenso maggiore quando chiederanno il voto a coloro che si sentono abbandonati dalla politica  in giacca e cravatta distante e ladruncola. Quella stessa che invece di protestare e sollevare dubbi su ciò che sta accadendo e chi lo sta facendo accadere, dorme o, all’occorrenza, gira la testa dall’altra parte.

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