Erezioni anticipate.

Il dramma politico a cui stiamo assistendo da ormai parecchi giorni è che mentre va tutto a schifìo il problema sembra essere esclusivamente che Berlusconi si dimetta. Intendiamoci: non aspetto altro ma preoccupa e non poco questa continua richiesta di dimissioni senza, però, accennare mai o quasi al voto. Che resta l’unica soluzione per ridare fiducia a tutti, italiani e non. C’è un particolare curioso che dovrebbe, in effetti, far riflettere un poco tutti quanti: e cioè che la stampa straniera, che negli ultimi tempi ha ovviamente messo a fuoco – peraltro meglio e prima di molti autorevoli osservatori italiani – la drammatica situazione finanziaria italiana, parla quasi esclusivamente dell’attuale premier e delle sue responsabilità e nefandezze senza, d’altro canto, porgli di fronte alcun leader in grado di sostituirlo e migliorare la situazione.

Tralasciando gli esponenti del PDL che, ovviamente, non possono aver alcuna credibilità visto l’andamento del governo che hanno sostenuto fino ad oggi, viene da chiedersi – seriamente – se dall’altra parte ci sia qualcuno in grado di formare un governo realmente di unità nazionale. Su questo ho forti dubbi o, meglio, delle quasi certezze.

Tuttavia, come afferma il sor D’Alema, “gli umori del parlamento non vanno nella direzione del voto anticipato”. Lo credo bene. Votare significherebbe per molti deputati e senatori in carica di rischiare pesantemente le terga, e dall’una e dall’altra parte: alle prossime elezioni i partiti che oggi stanno all’opposizione non potranno ricandidare vecchi e nuovi scorreggioni perché il costo in termini di approvazione sarebbe, credo e mi auguro, molto alto.

Cominciamo a chiederci realmente: fatto fuori finalmente Berlusconi, quale forza politica e con quali persone renderà l’Italia un Paese migliore?

Panico.

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