Posta Elettronica Certificata: il Ministro Brunetta ci contava parecchio, come un fiore all’occhiello.
Alcune pubbliche amministrazioni si sono impegnate, chi più chi meno, chi meglio e chi peggio.
Altre, come il Comune di Roma, cioè scusate Roma Capitale, sembrano fare una inspiegabile fatica, come a mostrare una evidente diffidenza.
Basta fare dei confronti, a caso.
Per la nostra Amministrazione – si legge sul portale di Roma Capitale – “…il lancio della PEC (una innovazione “lanciata” da oltre due anni…N.D.R.) rientra nell’attività di dematerializzazione prevista nel piano di e-government 2012…”, cioè, di là a da venire…
A Milano, come a Napoli, c’è la PEC del Protocollo, valida per tutte le strutture municipali.
A Reggio Calabria c’è la PEC del protocollo comunale, valida per tutti i servizi, e quella specifica per la Polizia Municipale.
A Cagliari ci sono tre indirizzi PEC, oltre quello del protocollo generale valido per tutte le strutture municipali.
A Palermo ci sono 37 indirizzi di PEC, dal Sindaco a tutte le strutture municipali.
A Torino ci sono 62 indirizzi di PEC, per ogni struttura municipale, dal Sindaco, alla Polizia Municipale, ad ogni singolo ufficio o dipartimento.
…e così via, più o meno in tutta Italia.
Al Comune di Roma, opppss! Roma Capitale, non esiste la PEC municipale, nemmeno quella di Protocollo. Se si interroga la rubrica ufficiale degli indirizzi PEC dei Comuni italiani, per quello di Roma c’è una sola voce, priva di indirizzo. Se si va sul sito del Comune, si scopre che esiste un indirizzo PEC, fra l’altro non comunale bensì con il suffisso dei privati cittadini, … ma valido esclusivamente per richiedere i certificati di nascita e di matrimonio…! Cioè, meno di niente rispetto a quello che si aspettava il povero ministro Brunetta…
Se ancora non è chiaro, la PEC diffusamente applicata e bene utilizzata potrebbe costituire la soluzione di innumerevoli problemi che intasano la pubblica amministrazione, e in particolar modo il Comune di Roma, offrendo una serie di vantaggi enormi per i cittadini che come al solito non si accorgono nemmeno dell’ennesima trascuratezza nei loro confronti, che poi è in sostanza una mancanza di rispetto. Rimangono i soldi buttati e le quotidiane incazzature agli sportelli che, proprio con la PEC, potrebbero diventare soltanto un brutto ricordo. Macché..
È un quadro amaro quello che emerge da questa situazione di stallo : d’accordo che non abbiamo eletto degli scienziati all’assemblea capitolina ma, in fondo, non ci voleva tanto ad accorgersi che nel 2011 ancora siamo alle prese con bolle e bollini, telefonate e raccomandate: ma no…i problemi in cima agli interessi pubblici sembrano ben altri, come il “Progetto Millennium” (ahahahah) (!…) e altre amenità.
Roma, Capitale certo, ma non di semplificazione: quanto a PEC è all’ultimo posto.