Un’opposizione ai Parioli

Dopo aver ascoltato i penosi interventi alla Camera dei Deputati in occasione della fiducia al premier è davvero difficile riuscire a scrivere.
Metto tuttavia da parte l’amarezza nel vedere e nell’ascoltare tali personaggi per prendere in considerazione quello che ritengo l’ennesimo errore dell’opposizione. Quello, cioè, di non essere presente ai “lavori” parlamentari. Un giochetto che avrebbe avuto un senso se i deputati che oggi hanno disertato l’aula si fossero dimessi dal loro incarico. Una proposta lanciata proprio da questo blog.

Dimettersi avrebbe avuto un significato molto più valido e dignitoso rispetto all’assenza di oggi che, purtroppo, è un tentativo-  peraltro malriuscito – di far intendere ai poveri italiani che l’opposizione è diversa, che non è più disposta a partecipare ai lavori parlamentari.

 

Ma non partecipare ai lavori parlamentari è una vigliaccata, una violenza ai danni del meccanismo democratico. Un atteggiamento sbagliato che getta ancor più in grave luce i leader che la guidano. E stabilisce un inquietante precedente nella storia recente della Repubblica Italiana.

 

Comportandosi in tale maniera, l’opposizione nega la validità del parlamento inteso come luogo della discussione.

 

E’ autorevole un parlamento in cui chi non è d’accordo prende e sbatte la porta? Un comportamento del genere dimostra soltanto l’inadeguatezza dell’opposizione di fronte ad una maggioranza che sappiamo bene essere inqualificabile: ma è la maggioranza fino a quando resiste. Aspettarsi da Berlusconi e compagnia di mettersi da parte è ridicolo: non lo faranno mai soprattutto perché difficilmente, dopo le prossime elezioni, avranno la possibilità di fare baldoria come da tre anni e mezzo a questa parte fanno.

 

L’opposizione doveva dimettersi. Altrimenti si lotta, si reagisce, si trasmette il disprezzo per il comportamento del Governo. In un momento in cui la protesta delle persone è sempre maggiore l’opposizione, che dovrebbe fare proprie quelle proteste, esce momentaneamente di scena. Una assurdità, un comportamento infantile. E’ il comportamento di quel bambino che a nascondino ha sbagliato a “tanare” qualcuno e, costretto a riaccecarsi perché ha fatto “toppa”, non gioca più.

 

Con le dimissioni dell’opposizione il Governo non avrebbe avuto scampo: Napolitano non avrebbe potuto fare finta di niente, parlare per inutili congiuntivi come è uso, e avrebbe sciolto le camere. Provate realmente ad immaginare la situazione, il clamore, lo sdegno, la partecipazione che avrebbe provocato. Sarebbe stato un evento di portata eccezionale, certamente inconsueta, un atto di coraggio mai visto nella storia della Repubblica.

 

Ma non lo hanno fatto, e non lo faranno. Perché sono incapaci di capire la situazione e sanno perfettamente che il meccanismo che si innescherebbe avrebbe una portata talmente ampia da travolgere tutto il marcio che c’è all’interno dei partiti che compongono l’opposizione.
Un’opposizione che più che all’Aventino si è ritirata ai Parioli rimarcando ancora una volta il netto distacco con l’Italia che soffre: quella, cioè, che proprio loro dovrebbero rappresentare.

 

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