Un ultimo Metrò per l’opposizione

E’ finita. Non c’è più niente da fare. Hanno vinto, ancora una volta hanno dimostrato di essere i più forti. Nella sua opera di distruzione di tutto ciò che era buono e nell’aver depredato tutto ciò che era possibile rubare in Italia, l’attuale governo è riuscito ancora una volta a spuntarla in Parlamento. Bersani, Di Pietro, Casini e tutti coloro che compongono l’opposizione hanno un’ultima occasione per chiarire agli italiani di non essere complici silenziosi del Governo e della maggioranza più vergognosi della Storia d’Italia. Un ultimo metrò da prendere per dimostrare di essere diversi, di voler bene al Paese, di rappresentare davvero una alternativa alla maggioranza al governo.

Dimettersi, tutti, domani.

Perché un deputato onesto dovrebbe vergognarsi, all’indomani di una manovra finanziaria disastrosa e iniqua passata a colpi di fiducia. Dovrebbe provare un senso di nausea, un profondo ribrezzo per un luogo che sta facendo male all’Italia e a quel che resta degli italiani. Non c’è più nulla da fare, non ci sono questioni per cui valga la pena fare opposizione. Non serve a niente: tutto ciò che di vergognoso è stato partorito dal Governo Berlusconi alla fine, a colpi di fiducia, è stato approvato. Un po’ di chiasso, qualche smorfia, le solite manifestazioni: l’opposizione è debole. E’ debole perché chi la rappresenta non ha alcuna aderenza con l’elettorato. E’ debole perché non ha saputo dare risposte alternative ai fattacci del governo. E’ debole perché tra le sue fila ci sono poltronissimi che da decenni pensano esclusivamente ai propri affari. E’ debole. Punto.

C’è la possibilità di uscire di scena con un ultimo slancio di orgoglio, un colpo di coda certamente capace di creare un caso, un vuoto troppo grande per essere colmato con una barzelletta o le corna dietro la testa.

Dimettersi, tutti, domani.

Un gesto clamoroso, mai fatto prima: serve anche questo nell’Italia sottomessa e sonnolenta che viviamo. Un gesto che ricorderebbe la Secessione dell’Aventino con la differenza che l’atto di protesta dei deputati dell’opposizione nel ’24 giungeva in seguito alla scomparsa di Giacomo Matteotti (trovato cadavere due mesi dopo); se tutti i deputati e senatori dell’opposizione si dimettessero irrevocabilmente prenderebbero finalmente e chiaramente le distanze dalle nefandezze di un governo che ha assassinato il Paese. Un governo che di fronte al mondo intero verrebbe gettato in una situazione di imbarazzo tale da dover cadere il giorno successivo. Non potrebbe essere altrimenti: l’Europa non starebbe a guardare e gli italiani prenderebbero coraggio, guarderebbero le cose in maniera diversa.

Dimettersi, tutti, domani.

Un Presidente della Repubblica coscienzioso lo avrebbe già fatto da tempo. Di fronte alle farse, alle leggi ad personam, alle porcherie degli ultimi 3 anni Napolitano avrebbe dovuto minacciarle più volte. Quanto, invece, avrebbe fatto bene all’Italia e agli italiani vedere un Presidente della Repubblica coraggioso e orgoglioso, capace di dire “basta!” ai continui fattacci del Governo che suo malgrado ha dovuto nominare. Un gesto del genere avrebbe gettato un tale carico di vergogna, di ignominia, di inaffidabilità sulla forza di governo che, forse, oggi non sarebbe più in carica.

C’è ancora il modo, non il tempo, per un ultimo sussulto. Per tutti coloro che non vogliono avere più nulla a che fare con la legislatura più malvagia che l’Italia abbia mai visto.

Dimettersi, tutti, domani.

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