Quello sui codici bianchi si pagava già da tempo, ma non lo sapeva, o non lo voleva sapere, nessuno. Quello sulle visite specialistiche si comincia a pagare da oggi: la stangata sulla sanità, grazie alla finanziaria, passa per questi due ticket che, più o meno, permetteranno alla regione di incassare circa 35 milioni di euro l’anno. Direttamente dalle tasche dei cittadini che potranno permettersi il lusso di pagare 10 euro in più per una visita specialistica, o 25 per entrare in pronto soccorso non necessariamente in pericolo di vita.
Quest’ultimo ticket, del resto, non è una novità: introdotto già a partire dalla giunta Marrazzo, quello sui codici bianchi era diventato più un’opinione che una tassa, tant’è che negli ultimi anni i codici bianchi sono diventati quasi una trascurabile minoranza mentre i codici verdi, esentasse, sono ovviamente saliti di rango. Tanto, non controlla nessuno. E pure se controlli, c’è un escamotage, termine francese che in italiano significa più che altro arte d’arrangiarsi. I modi sono tanti: si va dal dichiarare sintomi fantasiosi alle lettere dell’avvocato che minaccia cause su cause. Elevando a verde un codice bianco il problema è risolto. E infatti già c’è chi vorrebbe estendere il ticket ai codici verdi. E poi via via agli altri, fino al rosso. Vedremo, da oggi in poi, quanto la stretta annunciata da Renata Polverini farà effetto. Ma è soprattutto il ticket sulle prestazioni specialistiche che peserà nelle tasche dei cittadini e che, di fatto, rappresenta l’ennesima tessera del mosaico che, una volta completato, trasformerà la sanità pubblica in privata. Come sostiene il Tribunale del malato che ha già fatto due conti: le visite specialistiche pubbliche costano in media 46 euro con liste d’attesa lunghe mesi; con 6 euro in più si prenota la visita in uno studio privato e si attendono al massimo 3 giorni. Roba da Alberto Sordi: il dramma è che 43 anni dopo “il medico della mutua”, la realtà ha superato la fantasia e non c’è nulla da ridere.