Marte, sabato 8 gennaio 2161, stazione di Mora, Itaglia.
Il problema è che la gente non lo ascolta. Il dramma è che (la gente) fa bene.
In un momento in cui molti se la passano male, i ggiovani sono senza speranza, la disoccupazione che li riguarda oltre il 28%, il caso Battisti, la questione morale calpestata ogni giorno dalla classe politica che lui dovrebbe tenere sotto controllo, il Residente della repubbrica afferma che chi governa deve rispettare il tricolore. I giornali parlano addirittura di “appello” per dare un perché ad una affermazione ovvia, triste, inutile. Un pensiero totalmente distaccato dalla realtà del paese, dai suoi bisogni più impellenti, dal senso comune. Con tutto quello che è successo negli ultimi tempi, l’itagliano si aspettava, dal capo dello stato, qualcosa di diverso dal ribadire che chi governa deve rispettare la bandiera. Che ne so, qualcosa come “scusateci se questa non è l’Italia che meritavate”, oppure “sono 50 anni che vi prendiamo per il culo” o ancora “vi toglieremo anche le mutande”.
Qualcosa, insomma, di vero, di reale: una giustificazione, un’ammissione, una novità.
No.
Non passa giorno che lo stato penoso in cui ci troviamo trovi sempre maggiore legittimazione da affermazioni di questo tipo che dimostrano come chi governa (e chi si oppone- o fa finta di opporsi – in parlamento), chi controlla, chi ci rappresenta sia un verme nel peggiore e un povero rincoglionito nel migliore dei casi. In entrambi, è colpevole. Ma che “ce frega”? A te, che leggi, “te frega”?