Cronache Marziane – 4

Marte, 14 dicembre 2160, stazione di Mora, Itaglia – E’ finita come, in fondo, s’aspettavano tutti: il premier ce l’ha fatta e seppur con una maggioranza chiaramente inaffidabile e non credibile, tecnicamente può dire di aver vinto ancora una volta. A caldo le banalità, in particolar modo sui media più noti, hanno preso il sopravvento sul significato più profondo di ciò che è successo questa mattina. E cioè che non il premier, ma l’opposizione, il vero problema del nostro Paese. Una opposizione ancora una volta più inaffidabile, più cialtrona, più inconsistente e più venduta della controparte governativa.
Talmente miserabile da non riuscire nel colpo di mano che, per quasi metà del Parlamento, avrebbe significato una boccata d’ossigeno. Qual è la boccata d’ossigeno? Un altro governo, non importa quanto debole (e lo sarebbe certamente più di questo). Ma significherebbe vita per tanti, là dentro. Non tanto per il caravanserraglio del Presidente della camera dei depuladri, che è destinato, comunque, all’oblio, quanto per i capi dell’opposizione, Barisani in primis, Cialtroni e D’Aapena poi. Perché sono i primi ad aver capito che non possono più rappresentare il cambiamento, lo start per la rinascita di questo Paese da loro mortificato e divenuto più indifferente dopo il malgoverno di oltre due anni fa quando, numeri alla mano, potevano fare (una su tutti: la legge elettorale) e non hanno fatto, consegnando l’Itaglia a chi è più furbo, a chi razzola male ma sa predicare meglio. Stando ai proclami della vigilia, qualcosa dovrebbe cambiare, nell’opposizione. Non ci credo, ma dopo una sconfitta comunque pesante – perché ancora una volta derivata non dalla forza della maggioranza ma piuttosto dalla debolezza dell’opposizione – i vertici dei partiti che oggi hanno provato a sfiduciare il premier dovrebbero dimettersi. Non lo faranno per due semplici motivi: il primo è la loro vanità; il secondo è che odiano lo zozzone-mafioso-ricattato-ricattatore-causa di tutti i mali del Paese ma in fondo vorrebbero essere come lui.

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